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Una costante presenza

Stavo camminando, quando improvvisamente cominciai a sentirmi a disagio, era come se ci fosse una presenza dietro di me. Non era buio, anzi, il sole splendeva alto in quella strada di campagna, sassosa ma isolata, senza rumori di macchine a disturbare i miei pensieri. Il silenzio era assoluto, perfino le mie scarpe non facevano rumore. Era reale ciò che mi stava accadendo? O erano piuttosto i miei pensieri che mi stavano abbandonando, che non mi facevano ricordare quale fosse la ragione di quel mio trovarmi lì? Eppure… io la sentivo. La presenza era dietro di me. Era lei che mi impediva di pensare. Sapevo che era lì perché…

“Dottor Green, penso di aver sognato. Era forse il sogno dell’altra volta?”

“No signor Blake, questo qui era diverso.”

“Dunque… me lo può spiegare vero? Dottor Green? Sta bene dottor Green? C’è qualcosa che non va?”

“Non lo so. Non lo so proprio. Ricordo soltanto di aver fatto il suo stesso identico sogno, e di aver provato le sue stesse emozioni. C’è una presenza dietro di noi in questa strada così isolata, così piena di sassi… Sì… qualcuno è dietro di noi.” “Be’ dottor Green, spero solo che non sia un esattore di tasse.” Il signor Blake accennò a un debole sorriso. Stranamente quel sogno non aveva più importanza per lui. Si sentiva meglio. Sì, stava decisamente meglio. Il dottor Green invece era serio e molto pallido. Con una flebile voce disse: “Devo andare dal mio analista. La presenza è ancora dietro di me.”

E così dicendo, aprì la porta e se ne andò.


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