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Riflessioni di una torta Margherita

Oggi vi porto nella cucina di Chiara. Lo sentite il profumo che esce dal suo forno? C'è una torta Margherita che cuoce. Ma se continuerete a leggere scoprirete molto di più. Buona lettura! Ema

Sto cucinando da quasi mezzora, ma, ancora prima di entrare nel forno, sapevo che stavolta non sarei venuta bene. Di solito gonfio in maniera uniforme, e quando sono pronta per uscire , so che è una soddisfazione guardarmi. Nessuno resiste dal toccarmi perché sono morbida e il mio aspetto è davvero invitante. Stavolta però, sto crescendo in maniera disordinata, e una piccola gobba sta spuntando verso destra. Un vero disastro! Una serie di circostanze negative hanno fatto sì che diventassi così. Eppure, mi sembrava che tutto stesse procedendo bene: le prime ad entrare nella ciotola furono le uova, poi lo zucchero. E’ stato a quel punto che cominciai a preoccuparmi perché Chiara mescolava senza concentrazione, quasi come se stesse pensando ad altro. Ma fu solo al versamento del latte che ne ebbi la conferma. Mi arrivò addosso un bicchierone enorme di latte freddissimo. Non scorderò tanto facilmente quel momento! Chiara continuava a mescolarmi ma io, andando anche contro i miei interessi, le avrei volentieri detto di buttarmi via e di riprovarci, magari in un momento più tranquillo. Chiara però non era di quell’avviso. La mia adolescente pasticcera! Aveva avuto una brutta giornata. L’avevo sentita litigare con la madre a proposito di una interrogazione che non era andata bene. Quella povera donna, che aveva già altri pensieri per la testa, era uscita senza salutare Chiara. Ecco che io allora, sono stata la sua valvola di sfogo. Quando mi ha infornato, se n’è andata, probabilmente in camera sua. Questa gobba mi da un po’ fastidio, però! Mi è venuta un’idea... Presentarmi così non è bello, ma… se Chiara mi dividesse in due, mi spalmasse sopra una bella crema, magari al cioccolato e poi mi ricoprisse di zucchero a velo, be’ penso che potrei fare una bella figura. Che dite? Finalmente il timer suona e Chiara riappare in cucina. Ho la sensazione che sia più tranquilla. Quando mi tira fuori dal calduccio, cerca di abbassare la mia povera gobba e mi lascia raffreddare sopra il tavolo del soggiorno. Rimango in attesa. Finalmente mi riporta in cucina. Sono piacevolmente stupita, la mamma di Chiara è tornata e ho l’impressione che pace sia stata fatta perché l’atmosfera è diversa, più distesa e io ne sono felice. Sopra il tavolo c’è una ciotola con dentro una invitante cremina al cioccolato, lo zucchero a velo e un coltello seghettato le cui lame immagino, proverò tra poco. Credo stiano aspettando solo me. Sono felice. Il mio messaggio è arrivato fino a Chiara. Mi piace pensare a qualche affinità particolare tra me e lei, ma non vorrei esagerare. Comunque, finirò mangiata in men che non si dica. Ma che importa? Dopotutto tornerò ancora, ne sono certa. Le farò compagnia nelle belle giornate ma anche in quelle brutte come quella di oggi regalandole un po’ di dolcezza e serenità.



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