“Mi piacerebbe che Sarah fosse un tantino più interessata al nostro ménage famigliare. Sei d’accordo anche tu Fred?”
Clara Stone mescolava con attenzione i vari ingredienti che servivano per preparare il dolce preferito da suo marito.
“Ne abbiamo già parlato tesoro.” La risposta di Fred era stata meccanica. L’aveva pronunciata quasi senza pensarci su mentre si sedeva sul divanetto a due posti posizionato proprio difronte al televisore. Stava per azionare il telecomando ma poi cambiò idea.
“!Il fatto è…” iniziò Fred, “Che nostra figlia ormai ha cose più importanti da fare che star qui ad aiutarti a preparare la Cheesecake che tra l’altro è il mio dolce preferito e non il suo.”
“Hai ragione Fred, come sempre del resto. Io sgobbo in casa, cerco di accontentare sia te che lei, e poi l’egoista sono io perché gradirei la sua presenza ogni tanto in questa casa…”
Fred allora alzò gli occhi ma non incontrò quelli di sua moglie. Notò che Clara aveva già terminato di fare il dolce, aveva aperto il forno e stava cautamente adagiando la teglia
all’interno. Quella sera, dopo cena e dopo un adeguato raffreddamento, Fred avrebbe tagliato una generosa fetta per sé di quel dolce che tanto amava e che sua moglie sapeva fare divinamente.
“E se ti dicessi che ho una sorpresa per noi tre?” La signora Stone a quelle parole si girò verso il marito. “Continua Fred, non lasciarmi sulle spine.”
“Ricordi gli Harris?” Fred si era schiarito la voce, quella lieve raucedine gli veniva sempre quando era in tensione. La domanda che aveva appena fatto a sua moglie era ridicola. Era ovvio che Clara ricordasse bene chi fossero gli Harris. Eppure Fred si sentiva impacciato, sapeva che quella non sarebbe stata una conversazione semplice, infatti Clara con un mezzo sorriso disse: “Caro, so perfettamente chi sono gli Harris. Non mi dire che il buon Philip ti ha finalmente promosso a capo redattore, o aumentato lo stipendio. Si lo so, immagino che non si tratti di questo, altrimenti non avresti menzionato tutta la famiglia che penso includa anche il loro rampollo Tom. Gli Harris e i loro fantastici inviti natalizi. Nina Harris, quella donna così perfetta e così meravigliosamente naturale… So che non dovrei irritarmi, ma è più forte di me, ogni volta che la guardo, mi domando come faccia a mandare avanti una casa così grande senza affannarsi e a non avere neanche un filo di grasso pur non facendo ginnastica.”
Fred allora si accorse che molto probabilmente sua moglie gli stava lanciando dei segnali. “Sei stanca cara? Lo so che ti manca tua madre. Anche lei… come le sarà venuto in mente di seguire quel francese e pensare addirittura a sposarlo, dopo il burrascoso divorzio che c’è stato con tuo padre. A proposito… hai sentito Mark? Avrei un quesito finanziario da chiedergli.”
“E magari iniziando la conversazione con un sincero: “Come stai Mark?”
“Che ti prende Clara?” Adesso Fred stava cominciando ad innervosirsi. Dopotutto lui era sempre stato fin troppo gentile con suo suocero, gentile ma soprattutto imparziale. Era stata lei a gettare benzina sul fuoco al tempo della separazione dei suoi, parteggiando vistosamente per sua madre. Ma questo ovviamente, Fred non volle ricordarglielo. Si capiva che sua moglie era tesa come le corde di un violino. Decise di lasciar correre e riprese il filo del suo discorso iniziale. “Dunque, non sei curiosa di quello che devo dirti?”
Sua moglie alla fine si sedette dopo aver ripulito il tavolo e rimesso al centro il vaso con la frutta secca.
“A proposito di? Ah si scusa. Gli Harris. Cosa volevi dirmi caro?”
Fred studiò meglio l’espressione di sua moglie. Sembrava sincera ma… nel tono della sua voce, c’era forse dell’ironia? No Clara non riusciva ad essere ironica. Ecco, pensò Fred, era questo che mancava a Clara, un pizzico di ironia e meno drammaticità. Purtroppo sua madre le era stata maestra in questo…
No, quel “Cosa volevi dirmi caro?” implicava piuttosto un certo nervosismo. Fred decise di essere diretto e poi se necessario, avrebbe eventualmente cercato di “perorare la sua causa.”
“Gli Harris ci hanno nuovamente invitati tutti e tre, a festeggiare il Natale da loro.”
“Non se ne parla nemmeno Fred.”
Il signor Stone si era aspettato un atteggiamento negativo ma non una risposta così categorica.
“Ti prego Clara, non ho finito.”
Sua moglie fece una smorfia indecifrabile piegando gli angoli della bocca in un’espressione che poteva sembrare un sorriso sarcastico o uno stiramento volontario.
Fred riprese, cercando di percorrere un’altra strada.
“Questo Natale sarà diverso Clara. Dopotutto abbiamo fatto un unico pranzo natalizio da loro ed è stato ben sei anni fa. Comunque tesoro, l’invito è rivolto a noi, a noi soltanto. Non ci saranno altri ospiti snob o bohémien a farci sentire inadeguati. Eh già, anch’io quel lontano Natale di sei anni fa mi sono sentito un pesce fuor d’acqua. Sai che per me i libri sono solo quelli contabili. Ricordo che mi son trovato davvero in difficoltà con quella signora obesa dai capelli lunghi e dai boccoli dorati che mi fissava inorridita perché non sapevo chi fosse Emily Bronte. Menzionava i personaggi di “Cime tempestose” come se fossero dei suoi amici intimi. Oh che strazio furono quei dieci minuti con lei. Ricordo che poi Sarah, la nostra Sarah mi venne in aiuto chiedendomi di far partire il suo nuovo carillon.”
Clara stava fissando suo marito incredula non sapendo se ridere o piangere. “E tu ricordi perfettamente un episodio di sei anni fa, un episodio di nessun valore pratico, ma difficilmente ricordi la data del nostro anniversario di matrimonio, o il compleanno di Sarah… la nostra Sarah.”
Fred sentiva che stava cedendo. Non era in quella direzione che avrebbe dovuto andare la loro conversazione.
“Hai ragione Clara. Sai che tendo a dimenticare le date, ma sai anche che a volte torno a casa con sorpresine inaspettate sia per te che per Sarah. Non voglio essere scusato per questo, però vorrei che tu ti ricordassi anche di questi piccoli gesti che faccio nei vostri confronti.”
Clara si alzò ma invece di andare ad abbracciare suo marito confortandolo, andò a guardare attraverso il forno controllando il dolce. Era ancora presto e tornò a sedersi.
“Dunque, dovrei seguirti anche stavolta e rovinare un altro Natale.” Il signor Stone sentiva la frustrazione crescere ogni momento di più. Cercò di calmarsi e disse. “Ti riferisci al collegamento Skipe con tua madre? Perché se è soltanto per questo, potrai appartarti in una stanza e parlare con lei augurandole “Bon Noel”.
Clara si sentiva sempre più sola. Come poteva suo marito non arrivarci da solo? Lei detestava quel collegamento Skipe con sua madre. Era tutto fasullo, tutto dannatamente virtuale. Che fine avevano fatto quei bei Natali di una volta? Che fine avevano fatto i suoi genitori. Sua madre era in bassa Provenza a festeggiare mentre dalla sua finestra vedeva il mare e suo padre chissà dove. L’ultima volta che l’aveva sentito era a Calcutta. Erano tutti impazziti? Solo lei desiderava quelle tradizioni che pure c’erano state anche a casa sua almeno finché lei era stata adolescente? Eppure, le era sembrato che sposando Fred, avrebbe sposato anche quelle dolci abitudini che sapevano tanto di pace e amore. I primi anni di matrimonio, la nascita di Sarah poi, erano tutti impressi nella sua mente. Non c’erano gli Harris ad ostacolare la loro intimità. Ecco cos’era, era quel dolce momento in cui ti senti al sicuro e accanto a te hai tutto quello che desideri, tuo marito e tua figlia. Una telefonata dai tuoi, le voci sovrapposte di tua madre e di tuo padre che scherzano felici e che ti dicono: “Buon Natale tesoro. Ti vogliamo bene e ci manchi tanto.”
Ci fu un momento di silenzio nella stanza. Quel pallido sole di dicembre, era troppo debole per poter scaldare gli animi. Davvero l’invito degli Harris aveva scatenato una reazione così sconvolgente? Che Clara soffrisse da quando sua madre se n’era andata in Provenza per seguire il suo nuovo amore, era evidente. Ma era solo quello? Fred si alzò un po’ goffamente dal divano e si avvicinò a sua moglie. Le prese una ciocca di quei suoi boccoli rossi, carezzandola. Clara lo lasciava fare mentre calde lacrime le rigavano il viso. Mentre la tensione di sua moglie si scioglieva, quella di Fred aumentava. Non era riuscito a terminare il suo discorso. Aveva bisogno di portare Clara dalla sua parte. Che figura ci avrebbe fatto con gli Harris visto che per un eccesso di entusiasmo, aveva già accettato il loro invito?
Nella stanza si stava diffondendo un profumo inebriante. Quel perfetto connubio di ingredienti, sapientemente lavorati da Clara, non era semplicemente un dolce che sarebbe stato gustato di lì a qualche ora, era la realizzazione di un desiderio. Clara ci metteva il cuore in tutto ciò che faceva. Voleva che Fred e Sarah capissero che lei aveva pensato a loro nel preparare i loro piatti preferiti. Clara era davvero l’angelo del focolare. Aveva sacrificato la sua carriera di stilista di alta moda per dedicarsi totalmente al suo piccolo ma esigente nucleo famigliare. Che dire degli abiti di Sarah? Sembravano usciti dal negozio più costoso della città.
Fred si chiedeva se lui e Sarah apprezzassero fino in fondo il lavoro di Clara. Prese un fazzoletto e asciugò il viso di sua moglie, poi proseguì: “Se ti dicessi Lago del sole, me lo faresti un sorriso?” Quell’ultima frase ebbe l’effetto voluto.
A Clara brillarono gli occhi al solo pensiero di tornare al “Lago del sole”. Era stata la loro prima vacanza di giovane coppia innamorata. Avevano trascorso una settimana fantastica in quel piccolo campeggio vicino al lago. Era stato lì che Fred le aveva chiesto di sposarlo e sempre lì qualche anno dopo, lei gli aveva detto di aspettare un bambino.
“Quel lago è magico.” Disse Clara con voce sognante. “Sarà bello ritornarci la prossima estate. Volevi prenotare in anticipo? Era questo che volevi dirmi Fred?”
Perché era così complicato tirar fuori le parole? Fred si schiarì di nuovo la voce e pregando che sua moglie fosse ragionevole riprese a parlare: “In effetti ci avevo pensato. Abbiamo ancora la nostra bella tenda, o potremmo chiedere di affittare una casetta mobile per le prossime vacanze a luglio. Comunque mia cara… si da il caso che potremmo andarci molto prima di luglio.” E poi senza fare pause, disse finalmente tutto ciò che non era riuscito a dire in quella mezzora di conversazione.
“La sorpresa è proprio questa tesoro… Gli Harris hanno comprato casa proprio lì al mitico Lago del sole. Ed è proprio lì che ci hanno invitato ad andare. Ho pensato a quanto ti piaceva quel posto e al fatto che non avevamo mai visto il lago d’inverno. Dicono che si formi uno spesso strato di ghiaccio, e che sia bellissimo per gli amanti del pattinaggio. Ho pensato che anche Sarah ne sarebbe stata felice.”
“Di la verità Fred…” Clara aveva di nuovo quell’ambiguo sorriso che poteva voler dire tante cose ma che per Fred era indecifrabile.
“Hai già detto di sì vero?”
“Ho pensato prima a te e a Sarah, devi credermi tesoro…”
“Oggi Fred, mi stai chiamando spesso “tesoro”. E’ per addolcirmi la pillola?” Fred si sentiva più frustrato che mai. Non voleva litigare. Dopotutto sua moglie non aveva tutti i torti. Aveva accettato d’impulso quell’invito inaspettato.
“Potrebbe arrivarmi una promozione Clara. Sarebbe un bel salto qualitativo per noi tre. Sarah potrebbe fare quel master in Canada a cui teneva tanto. E tu potresti anche aprire il tuo atelier. Si tratta soltanto di qualche giorno con gli Harris. Che ne dici cara? Potrai sopportarlo per amore mio? Dopotutto Francesca Harris non è poi così male. Se non sbaglio è una tua assidua cliente. Se tu aprissi il tuo laboratorio ricavandolo per esempio dalla nostra ampia taverna, io ti supporterei.”
Clara era sbalordita. “Come mai d’improvviso abbiamo tutta questa possibilità di fare cose extra? Sai che i soldi ci sono per mandare in Canada nostra figlia, non serve che tu riceva una promozione proprio in questo momento. In quanto a me, sai che non ho delle vere e proprie clienti. Ogni tanto mi chiedono di confezionare degli abiti. E la signora Harris si chiama Nina non Francesca.” Fred sorvolò su quell’ultima frase. Francesca Morgan era la nuova centralinista. Non voleva pensare a lei in quel momento. Avrebbe potuto essere sua figlia, ma soprattutto non voleva compromettere la sua carriera peccando di leggerezza.
“E non ti piacerebbe farlo a tempo pieno? Magari facendoti aiutare da una lavorante?” Clara Stone era sempre più perplessa. Si alzò dalla sedia per controllare il dolce. Come sempre era cresciuto alla perfezione e con la giusta doratura. Spense il forno e aprì leggermente la porticina per far raffreddare piano piano il dolce.
“Potrei fare anche la pasticcera allora.” Disse Clara stavolta sorridendo apertamente. Era sempre felice quando le cose che faceva le venivano bene. Suo marito la fissava perplesso. Davvero non riusciva a capire dove sua moglie volesse andare a parare.
“Allora cara, cosa ne dici? Posso confermare al mio capo questa breve vacanza a casa loro?”
Clara sospirò pensierosa. Mancavano ancora quindici giorni a Natale. Aveva già organizzato mentalmente il suo pranzo. Lei Fred e Sarah. Il diversivo di una telefonata da chissà dove di suo padre, l’appuntamento su Skype con sua madre. D’improvviso, quel quadretto che le si era presentato davanti agli occhi, le sembrava triste. Forse quell’intimità di cui lei sentiva tanto la mancanza, era diventata solo una monotona routine.
“Lago del sole hai detto?” Chiese lei quasi distrattamente.
Fred aveva la bocca asciutta. Avrebbe voluto bere un po’ di quel vino bianco frizzantino che aveva comprato il giorno prima.
Come se Clara gli avesse letto nella mente, si alzò, prese due calici di cristallo, aprì la dispensa e prese la bottiglia di vino.
Fred si diede da fare un po’ goffamente per stappare il tappo di sughero. Versò in entrambi i bicchieri il vino. Quelle bollicine erano invitanti. Fred avrebbe voluto trangugiare quel liquido tutto d’un fiato ma si trattenne. Invece disse: “A cosa brindiamo tesoro?” Clara gli sorrise e disse: “Brindiamo a noi due, a tutte le volte in cui oggi mi hai chiamato tesoro, alla tua futura promozione, alla mia nuova vita da imprenditrice, alla nostra bambina che se ne andrà in Canada, e alla nostre prossime vacanze natalizie al Lago del sole a casa Harris.”
Il vino scivolava giù che era un piacere ma Fred si sentiva a disagio: “Non pensi di correre un po’ troppo? Dopotutto la mia è solo una speranza.”
Sarah rientrò proprio in quel momento. Quei due calici in mano erano di buon auspicio, pensò tra se.
“Che si festeggia qui?” Chiese allegramente.
“Oh solo la promozione di tuo padre e…”
Ma Sarah la bloccò felice. “E’ stupendo papà, non c’è momento migliore allora per darvi la notizia.”
“Quale notizia Sarah?” dissero entrambi in allerta.
“Tom Harris mi ha invitato a festeggiare il Natale al Lago del sole nella sua nuova casa. Sarà così romantico…”
I due la guardarono sorpresi. Quel Natale, pensarono, sarà tutto da raccontare.
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