Il cappotto verde giaceva lì posato sulla poltrona ormai da parecchi giorni.
Laura l’aveva tirato fuori dall’armadio quasi d’impulso con l’intenzione di buttarlo via, ma poi qualcosa le aveva fatto cambiare idea. Era una sensazione? Non riusciva a spiegarselo. Non rimise il cappotto in armadio, ma rimandò di occuparsene lasciandolo in bella vista sopra la sua poltrona foderata di una morbida alcantara blu.
Per alcuni giorni Laura lo accantonò dalla sua mente, era difficile però ignorarlo ogni volta che andava in camera da letto, così, dopo qualche titubanza, si decise. Si sedette sulla poltrona e mise il cappotto sulle ginocchia. “Certo che ne ha di anni!” pensò Laura. Otto o forse dieci, non ricordava esattamente, ma rammentava molto bene il momento in cui aveva visto quel modello in uno di quei giornali di taglio e cucito e di come le fosse piaciuto all’istante, tanto da voler provare a farlo. Aveva scelto una stoffa verde morbidissima al tatto. Lana e cashmere le aveva detto la commessa. Molto pregiata.
Il colore non era proprio uno dei suoi preferiti, ma era un verde smeraldo luminoso e brillante che le faceva venir in mente dei laghetti di alta montagna e se ne innamorò.
Fu una bella impresa realizzarlo. Laura lo maneggiava con cura per paura di sbagliare e rovinare tutto, ma alla fine riuscì a terminarlo. I bottoni li lasciò per ultimi, voleva sceglierli bene. Laura pensava che un bottone può fare la differenza per classificare un capo, non si poteva prendere a vanvera.
Quando Laura entrò nella merceria del suo paese, fu impressionata dalla marea di cose che un negozio del genere, seppur minuscolo, può contenere. Ma fu quando la commessa iniziò a mostrarle i bottoni che Laura rimase sbalordita. Non sapeva più dove guardare. Piccoli, grandi, medi, dorati, perlati, opachi, lucidi, madreperlati. Insomma, c’era l’imbarazzo della scelta. Laura aveva portato con sé un campioncino della stoffa del suo cappotto, così iniziò la sfilata.
I bottoni venivano posizionati sulla lana verde e poi osservati. Ogni volta le due donne si guardavano e silenziosamente si confrontavano per vedere se erano entrambe della stessa idea. “Sì, questo potrebbe andare ma è troppo piccolo”, oppure: “questo andrebbe bene se non avesse queste striature che non mi piacciono, ma la tonalità di verde sarebbe giusta!” “Dice?”
Allora la commessa continuava nella sua ricerca per trovare il bottone perfetto.
“Che ne dice di questo?” Laura lo guardò attentamente come se stesse studiando la particella di un atomo, poi, con attenzione lo posò sulla stoffa. I due tipi di verde sembravano collimare perfettamente come se fossero stati creati per condividere insieme qualcosa di unico.
Laura non ebbe più dubbi, quello era il bottone che doveva stare sul suo bel cappotto verde.
Ne prese dieci anche se in realtà, gliene servivano solo cinque.
Fu un successone! Dopo averlo terminato Laura ricevette molti complimenti. Sorrise al ricordo di quando sua cognata le chiese in quale boutique l’avesse acquistato. Laura la prese bonariamente in giro per un po’ ma poi orgogliosamente le disse che quel cappotto usciva direttamente da casa sua. Le spiegò così che si era cimentata in quell’impresa e a detta dei commenti ricevuti, il lavoro era venuto molto bene.
La cognata non era riuscita a nascondere un po’ d’invidia. Il cappotto era di ottima qualità e cucito alla perfezione. Peccato che a lei mancasse quel talento …
Gli anni erano passati e ormai quel cappotto era stato sostituito da un caldo giaccone con piuma d’oca.
D’impulso, Laura posò il cappotto e andò a prendere la grande scatola di bottoni. Certo, non poteva far concorrenza al gran numero di bottoni che aveva visto nella merceria, ma anche lei nel corso degli anni aveva accumulato bottoni di tutti i tipi. Era bello guardarli, quei colori diversi tra loro stavano bene assieme.
Ed eccoli lì i cinque bottoni che erano avanzati da quel lontano acquisto. Li prese in mano e poi li fece ricadere piano nella scatola.
Doveva decidersi sul da farsi. Il cappotto ormai era liso dal tempo, non c’era altro da fare se non buttarlo.
Così, si alzò di nuovo, stavolta per prendere la forbice, avrebbe tolto tutti i bottoni e li avrebbe conservati nella scatola assieme agli altri. L’operazione non richiese molto tempo, ma Laura non aveva fretta di finire, pensava anche al piumino che avrebbe indossato per l’inverno, era caldo, d’accordo, ma era così anonimo! Le persone sembravano vestite tutte uguali. Tutte omologate e conformate. “Inclusa me!” Pensò Laura senza entusiasmo.
I dieci bottoni verdi erano adesso tutti nella scatola ancora aperta e spiccavano per la loro grandezza sugli altri. Sembrava che la stessero osservando, quella signora pensierosa.
“Come potrei utilizzarli?” si chiedeva Laura.
I cinque bottoni verdi che per anni avevano contribuito ad abbellire il cappotto di Laura, si sentivano un po’ spaesati in quella nuova veste di inattività, gli altri cinque invece, erano abituati a stare dentro la scatola, quello era il loro mondo.
“Ma non siete stanchi di stare chiusi qui dentro?”
“Perché? Voi dove siete stati tutto questo tempo?”
I cinque bottoni indicarono il loro vecchio cappotto verde e cominciarono a raccontare agli altri cinque cosa si erano persi in tutti quegli anni.
Quest’ultimi. si guardavano perplessi. Erano sempre rimasti dentro quella scatola al sicuro, non temevano il freddo e neanche il caldo se era per questo. D’altra parte era anche vero che non erano mai usciti, non si erano mai bagnati con delle gocce di pioggia e nessun fiocco di neve si era mai posato su di loro. Forse si erano davvero persi qualcosa in tutti quegli anni! Ma cosa avrebbero potuto fare se non starsene lì buoni buoni?
Intanto Laura meditava. Avrebbe riutilizzato il suo caldo piumino? Oppure …
Già … Perché non creare qualcos’altro con le proprie mani? Sì, ma cosa?
Stavolta accese il suo laptop. Laura era abbastanza esperta nel maneggiare internet perché aveva molti interessi che spaziavano dal giardinaggio alle ricette di cucina e a nuovi itinerari da scoprire. Questa volta, andò alla ricerca delle tendenze moda che ci sarebbero state per quell’inverno, in particolar modo, era interessata a cappotti e giacconi. Si immerse poi in video tutorial che le rinfrescarono la memoria su come tagliare e cucire un cappotto. Alla fine prese una solenne decisione: invece di un singolo cappotto, avrebbe fatto ben due giacconi, utilizzando così tutti e dieci i bottoni.
Nell’uscire di casa per acquistare la stoffa giusta da abbinare ai suoi bei bottoni verdi, Laura si sentiva felice, ma la scelta non fu facile quanto si sarebbe aspettata perché i due negozi storici del suo paese, non avevano ciò che cercava, così, decise di andare in città, lì, avrebbe avuto sicuramente una vasta gamma di stoffe su cui optare.
E finalmente, dopo tanto cercare, Laura si trovò tra le mani, due stoffe che avrebbero potuto fare al caso suo: uno scozzese con tonalità che andavano dal verde al blu e un bellissimo nero. Erano morbide e calde al tatto. Senza dubbio alcuno, le prese entrambe. Eccitatissima, non vedeva l’ora di rimettersi all’opera e di riprendere in mano la sua vecchia macchina da cucire! Fu un periodo molto intenso per Laura, tutta impegnata a tagliare, imbastire, cucire … faceva tutto con grande entusiasmo e le giornate le volavano via come non ricordava da tempo.
Finalmente i due giacconi furono terminati! Laura era soddisfatta del suo lavoro e non vedeva l’ora di indossarli, ma prima, doveva attaccare i bottoni su tutti e due i giacconi.
Quando Laura aprì la scatola di latta, i grandi bottoni verdi ebbero un sussulto.
Cosa aveva in mente di fare Laura? La loro sorpresa fu grande quando lei cominciò a tirarli fuori di lì e sistemati ad uno ad uno sul tavolo di lavoro.
Lei per non sbagliare li contò di nuovo. Uno due tre … e sì, erano tutti fuori i suoi magnifici bottoni verdi.
I più spaesati sembravano quelli che per tanti anni erano rimasti chiusi in scatola, ma gli altri, a modo loro, li tranquillizzarono. “Vedrete che assieme ci divertiremo!”
Ci fu solo un po’ di disappunto quando capirono che non sarebbero stati tutti assieme.
Cinque andarono nel giaccone nero e cinque in quello scozzese. Alla fine, con grande soddisfazione di Laura e dopo aver fatto una sfilata solitaria ammirandosi per il bel lavoro fatto, decise di riporre i due nuovi giacconi in armadio: uno dopo l’altro, così che il giaccone nero si trovò a fissare una lunga gonna grigia larga, plissettata, senza neanche un bottone ma solo una anonima cerniera che la teneva su. Dietro di lui fu posizionato il giaccone scozzese i cui bottoni, quasi sfioravano quella morbida lana nera, ma non potevano intrattenersi con i loro simili. Questo, era davvero triste!
Un giorno però, accadde qualcosa di inaspettato. Quel mattino, Laura era uscita assieme alla cognata, indossando con orgoglio, il suo giaccone nero. Erano andate per musei e librerie. Tornata esausta a casa, aveva aperto l’armadio, preso la gruccia e appeso il suo nuovo giaccone nero senza badare a come lo riponeva. I cinque bottoni che erano rimasti a poltrire tra giacche, gonne e abitini a carattere floreale, si risvegliarono da quel loro torpore perché percepirono improvvisamente la presenza degli altri cinque bottoni. E non erano lontani. No! Stavolta erano così vicini che potevano addirittura toccarsi. Che emozione! Quasi sussultarono, col rischio di far spaventare anche tutti gli altri capi. Ma erano troppo eccitati all’idea che finalmente fossero tutti assieme! L’armadio non era ancora chiuso del tutto. La mano di Laura si era soffermata a carezzare le sue due creature. I dieci bottoni sembrava cercassero di trattenere il fiato per non far rumore. Certo, apprezzavano il lavoro che Laura aveva fatto, ma loro adesso, avrebbero preferito rimanere soli per potersi raccontare cose e perché no… anche giocare tutti assieme.
Laura, nel richiudere l’armadio, pensò tra sé: “Questi bottoni sembrano sprizzar gioia come se fossero vivi!” Forse, non era poi così lontana dalla realtà. Appena se ne andò, dentro a quel buio guardaroba, la festa era già iniziata. Non c’era bisogno di grandi cose perché a loro bastava essersi ritrovati tutti assieme. Il bottone più utilizzato nel cappotto precedente, quello posizionato in alto, quello che Laura non mancava mai di chiudere, per sentirsi più protetta, disse: “Amici! E’ vero che il nostro scopo è quello di diventare un tutt’uno con l’occhiello e abbellire giacconi e cappotti, ma oggi è un giorno speciale. Chissà quando ci capiterà ancora di ritrovarci tutti e dieci assieme! E allora, facciamo finta di non essere in questo ambiente oscuro, anche se intimo. Proviamo a conoscerci meglio.” Dapprima timidamente, poi con più forza, tutti acconsentirono. E in quel chiacchiericcio in cui tutti, anche i bottoni più bassi partecipavano, le asole li guardavano affascinate e assistevano, seppur senza farsi vedere, alla loro gioia.
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